WGI - World Games Italy

Posts written by chemicalz

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    StarCraft 2: supporto per il 3D dopo il lancio



    Il supporto 3D arriverà anche sul nuovo titoli di Blizzard, Starcraft 2, dopo l'uscita in negozio.
    Chris Sagaty dichiara infatti ad una rivista coreana: "rilasceremo un aggiornamento per il 3D nei primi mesi dopo il lancio, per quelle schede grafiche Nvidia e quei monitori in grado di supportare la modalità". ...continua a leggere
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    Anche Trine diventa 3D



    Per l'anniversario di Trine, lo sviluppatore Frozenbyte ha deciso di rilasciare una versione del titolo in 3D.
    Oggi una patch è stata distribuita su Steam per la versione PC, probabilmente ne verrà distribuita un altra per PS3, ma non è ancora ufficiale...continua a leggere
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    Download By Multiplayer.it
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    Lewis le combina grosse ma la fa sempre franca. L’inglesino ne ha combinata un’altra delle sue. O meglio, stavolta a creare scompiglio è la bella Nicole Scherzinger, compagna del pilota della McLaren e cantante delle Pussycat Doll. La fidanzata del campione inglese in un importante magazine si era lasciata andare a dichiarazioni più che discutibili sullo stile di guida del compagno: “Ogni tanto Lewis esagera davvero, a volte guida con le ginocchia...”. Frasi che hanno scatenato le proteste di numerose associazioni delle vittime della strada e creato non poco imbarazzo alla Fia, da sempre impegnata in prima fila per la sicurezza alla guida.

    La Road Cross (fondazione delle vittime di incidenti stradali) c’era andata giustamente pesante: ritiro della patente per il pilota della McLaren. Lewis Hamilton è un personaggio pubblico e modello per tanti giovani, certe dichiarazioni, o confessioni, non fanno certo bene. Silenzio in casa McLaren e imbarazzo. Hamilton che aveva già esagerato nella guida in quel di Melbourne quando era stato fermato per guida pericolosa. E aveva già dato il meglio di se sempre in Svizzera con un incidente causato proprio per non aver rispettato un segnale di precedenza.

    Dalla Svizzera invece la notizia di un nuovo perdono per il pilota. Nessuna multa e nessun divieto di guida nel territorio elvetico. Insomma, mr Hamilton l’ha fatta franca un’altra volta. Arriva la segnalazione alle autorità ma niente di più. Eppure la Fia era stata ben chiara: i piloti sono esempi per la società, in caso di comportamenti al limite o contro la legge la licenza di guida sportiva verrà ritirata. Ancora una volta, a quanto pare, solo a parole...

    Lewis Hamilton ha colpito ancora e la bella Nicole ha esagerato nel raccontare le avventure dei due sulle strade elvetiche (e non solo). La corsa mondiale per l’inglese può continuare...
    Andrea Prete / Eurosport
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    Lo scandalo di Valencia ha fatto tremare l’intero Circus. Decisioni più che discutibili e scelte imbarazzanti. La safety car ha deciso l’andamento (e il finale) della gara, i commissari hanno completato l’opera distribuendo penalizzazioni al limite del ridicolo.

    Ma la rabbia della domenica e del lunedì hanno lasciato a qualche schiarita già nella mattina di martedì, soprattutto in casa Ferrari. Da parte il negativo e testa sui prossimi impegni. Non sarà facile contro una McLaren sempre più veloce (e nuova a partire proprio da Silverstone) e Red Bull in piena corsa iridata. A Maranello si continua a lavorare e i fattacci di Valencia devono presto esser messi da parte.

    “Siamo stati particolarmente sfortunati”. È decisamente cambiato il tono in quel di Maranello. Fernando Alonso, attraverso il suo blog, dice la sua e lo fa in modo diplomatico e sereno: “A mente fredda sono sicuramente più tranquillo. In quei frangenti ci si esprime in maniera emotiva ed è facile utilizzare dei toni e delle espressioni forti che possono essere male interpretate…”. Punto. Un buon passo indietro su manipolazioni, scandali e furbetti e attenzione rivolta a Silverstone: “Domenica sera ero molto arrabbiato ma ora la rabbia si è trasformata in voglia di reagire, in energia positiva. Già ieri mattina la mia testa era proiettata sul prossimo Gran Premio di Silverstone”.

    “Capisco che il lavoro dei commissari sia difficile”. Una mano Alonso (nella foto AP/LaPresse) la tende soprattutto ai commissari di Valencia. Dopo gli attacchi frontali e le dichiarazioni a caldo ecco la spiegazione: “Capisco che il lavoro dei commissari sia difficile e che debbano esser prese decisioni non facili e in tempi brevi . quello che intendevo dire è che chi, come noi, ha rispettato le regole purtroppo, in questa circostanza, ha subito un danno molto maggiore di chi le regole le ha infrante e ha subito una penalità”.

    “La situazione in campionato è apertissima”. E quindi la corsa al mondiale. Valencia è alle spalle, Silverstone è dietro l’angolo. Il tempo di fare le valigie e si riparte: “Vero, il distacco dalla vetta è salito a 29 punti ma non siamo neanche a metà campionato. Siamo indietro di poco più di una vittoria quindi la situazione è apertissima. Le novità che abbiamo portato in Spagna ci hanno consentito di fare un passo avanti e di essere più vicini ai primi”.

    “Webber, mai abbassare la guardia”. Lo spagnolo della Ferrari conclude quindi con un pensiero a quanto successo a Mark Webber, protagonista di uno spaventoso incidente: “Fra le cose più importanti di domenica c’è il fatto che Mark Webber, protagonista di un incidente spaventoso, sia rimasto indenne. Ciò significa che il lavoro fatto dalla Fia per la sicurezza ha dimostrato una volta di più di essere fondamentale e deve farci ricordare che, su questo fronte, non bisogna assolutamente mai abbassare la guardia”.
    Andrea Prete / Eurosport
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    I MIGLIORI
    1° David Villa (Spagna) - Capocannoniere a Euro 2008, capocannoniere oggi. Partito male contro la Svizzera, si è ripreso nelle due gare successive, è stato decisivo negli ottavi contro il Portogallo e di nuovo nei quarti contro il Paraguay. Il gol contro il Cile è un inno alla sveltezza di pensiero. Mostruoso. Voto 8,5.
    2° Wesley Sneijder (Olanda) - Nelle prime due gare, pur non giocando al suo livello, mette insieme tre guizzi decisivi: la traversa, il lancio da cui nasce l’azione del 2-0 contro la Danimarca e il gol contro il Giappone. Sale come rendimento contro il Camerun e segna ancora contro la Slovacchia, poi esplode ai quarti contro il Brasile. Voto 8.
    3° Diego Forlan (Uruguay) - Per un giorno è stato capocannoniere solitario del Mondiale, 2 partite 2 gol. È un attaccante straordinario, fa un movimento incredibile e ha un perfetto controllo di palla in velocità. La difesa della Francia lo soffre da morire, quella del Sudafrica ancora di più. In lieve flessione contro il Messico, gioca bene l’ottavo contro la Corea (suo il primo assist per Suarez) e sempre sullo stesso livello contro il Ghana nei quarti. Voto 8.
    4° Thomas Mueller (Germania) - Non può essere solo una rivelazione. Quattro gol in un Mondiale dove il suo talento esplode. E’ fantastico contro l’Inghilterra, davvero un grande attaccante, e lo è di nuovo contro l’Argentina. La vera rivelazione di Sudafrica 2010. Peccato che non ci sia in semifinale. Voto 8.
    5°Arjen Robben (Olanda) - È entrato in questo Mondiale nel momento giusto. C’era un’Olanda grigia e vincente prima del suo rientro, c’è un’Olana bella e vincente con lui. Voto 7,5.
    6° Lucas Podolski (Germania) - Difesa e attacco a pieno ritmo. Così gioca l’attaccante moderno. Voto 7.
    7° Miroslav Klose (Germania) Se uno segna 14 gol nei campionati del mondo è per forza un grande deve stare con i migliori. Voto 7.
    8° Philipp Lahm (Germania) - È il miglior esterno di Sudafrica 2010. Voto 7.
    9° Andres Iniesta (Spagna) - Sale piano, con la Spagna, ma su di lui si può scommettere. Esemplare la sua gara contro il Paraguay. Voto 7.
    10° Iker Casillas (Spagna) - Quando le partite cominciano a contare, ecco il giocatore che conta. Voto 7.
    11° Bastian Schweinsteiger (Germania) - La forza comandata dal cervello produce un giocatore come questo. Che, peraltro, sta attraversando un momento d’oro. Voto 7.
    12° Juan (Brasile) - La prima mezz’ora col Cile è complicata per il Brasile. Ci pensa il romanista a risolvere ogni problema con un gol di testa. Ma non è solo quella prodezza, non è solo quella partita a portarlo per un momento fra i migliori di Sudafrica 2010. Anche se non ha grandi colpe, si fa coinvolgere nella sconfitta contro l’Olanda. Voto 6,5.

    LE SORPRESE
    1° Thomas Mueller (Germania) - Quattro gol in un Mondiale dove il suo talento esplode. È fantastico contro l’Inghilterra, davvero un grande attaccante, e lo è di nuovo contro l’Argentina. La vera rivelazione di Sudafrica 2010. Peccato che non ci sia in semifinale. Voto 8.
    2°Robert Vittek (Slovacchia) - Tre gol in tre partite, due contro l’Italia. Poi il gol su rigore contro l’Olanda, giusto per lasciare il Mondiale ancora in testa alla classifica dei cannonieri. Nella scorsa stagione, nella squadra di Ankara, in Turchia, ne aveva segnati 5 in tutto... Voto 7,5.
    3° Luisito Suarez (Uruguay) - Doppietta negli ottavi contro la Corea del Sud, Uruguay ai quarti: è quasi tutto merito di questo bomber fenomenale. Così come il salvataggio contro il Ghana. Voto 7,5.
    4° Fernando Muslera (Uruguay) - È l’eroe di Tabarez. Ottimo avvìo. Poco impegnato nella seconda gara col Sudafrica, non impeccabile sul gol della Corea e poi il capolavoro dei rigori contro il Ghana. Voto 7,5.
    5° Mesut Ozil (Germania) - Strepitoso nella prima partita con l’Australia, poi un colpo a vuoto e infine la rete decisiva, quella della qualificazione, contro il Ghana. Se non bastava, altri spunti davanti agli inglesi e una buona prestazione contro l’Argentina. Voto 7.
    6° Landon Donovan (Usa) - E’ suo il gol che decide la partita e la qualificazione degli Usa. Trasforma il rigore che riapre (anche se per poco) la possibilità agli States di arrivare ai quarti. Si conferma miglior giocatore americano dell’ultimo periodo. Voto 7.
    7° Diego Benaglio (Svizzera) - Sia contro la Spagna che contro il Cile è il migliore della Svizzera. Un gol subìto in 270' con almeno 6 interventi decisivi. E’ il miglior portiere delle qualificazioni nel Mondiale. Voto 7.
    8° Maarten Stekelenburg (Olanda) - Nemmeno un errore contro il Brasile e altre eccellenti prestazioni. Voto 7.
    9° Justo Villar (Paraguay) - Il capitano fa gli straordinari contro la Spagna: il miracolo gli scappa per poco. Voto 7.
    10° Michael Bradley (Usa) - Salva gli Usa e suo padre ct segnando il gol del pareggio con la Slovenia e giocando un ottimo secondo tempo. Si ripete su buoni livelli anche nella gara decisiva con l’Algeria. Voto 7.
    11° Gyan Asamoah (Ghana) - Il gol che segna agli Usa, negli ottavi, è il riassunto del grande bomber: scatto, resistenza (all’urto del difensore americano), tiro (riesce a tenere bassa la traiettoria). E’ un gol storico. Voto 7.
    12° Fabio Quagliarella (Italia) - E’ l’errore più grosso di Lippi: quando entra, dimostra di essere il più in forma degli azzurri. Ma entra tardi. Voto 6,5.
    13° Tim Cahill (Australia) - Contro la Serbia, segna di testa battendo sul tempo e sull’elevazione un marcatore come Vidic. Un bel modo per salutare il Sudafrica. Voto 6,5.
    14° Keisuke Honda (Giappone) - Tutto il suo talento esplode nella gara decisiva contro la Danimarca: un gol e un assist straodinario. Rallenta di nuovo contro il Paraguay. Voto 6,5.
    15° Alexandros Tzorvas (Grecia) - È il migliore dei greci, soprattutto nella terza partita contro l’Argentina, quando prende 2 gol (senza colpe) ma ne salva almeno quattro. Voto 6,5.
    16° Gelson Fernandes (Svizzera) - È il primo giocatore dell’isola di Capo Verde a segnare un gol in un Mondiale. Dà fondo a ogni energia per far gol ai campioni d’Europa. Rallenta contro il Cile. Voto 6,5.
    17° Giovani Dos Santos (Messico) - È sempre sul punto di esplodere, forse gli manbca ancora qualcosa, ma gioca forte per il Messico. È diligente sul piano tattico. Voto 6,5.

    LE DELUSIONI
    1° Patrice Evra (Francia) - Capitano di una Francia affondata e sfondata, pessimo esempio di come si indossa una fascia da leader. Se il calcio fosse una cosa veramente seria, Evra non dovrebbe più portare la maglietta dei Bleus. Come ha chiesto giustamente Thuram. Voto 4.
    2° Franck Ribery (Francia) - È fuori da un Mondiale rovinoso. Per l’unico vero talento dei bleus è stato un vero fallimento. Voto 4.
    3° Fabio Cannavaro (Italia) - Quattro anni lo hanno trasformato. Un eroe in Germania, un disastro in Sudafrica. Voto 4.
    4° Federico Marchetti (Italia) - Non solo fa rimpiangere Buffon, ma non sembra affatto il portiere sicuro del Cagliari. Voto 4.
    5° Felipe Melo (Brasile) - Ha fatto un Mondiale assurdo. Sul fallo da espulsione su Robben dovrà riflettere anche la Juve. Voto 4.
    6° Domenico Criscito (Italia) - Non ha spessore internazionale. Voto 4,5.
    7° Simone Pepe (Italia) - In questo Mondiale, sembra un giocatore improvvisato. Voto 4,5.
    8° John Terry (Inghilterra) - Crolla davanti ai tedeschi in una prestazione che non rispecchia le qualità del capitano inglese. Voto 4,5.
    9° Daniele De Rossi (Italia) - Parte bene, poi rallenta e crolla in modo incredibile nella terza gara contro la Slovacchia. Voto 4,5.
    10° Vincenzo Iaquinta (Italia) - Altro disastro totale. Voto 4,5.
    11° Hugo Lloris (Francia) - Bravo Domenech anche in questo caso: come si può lasciare a casa un portiere come Frey se il titolare è Lloris? Voto 4,5.
    12° Nicolas Anelka (Francia) - Rispetto al Chelsea, un altro giocatore. In Francia lo hanno duramente attaccato dopo la prima gara. Dopo il Messico lo hanno sfondato. Lui ha reagito, insultando Domenech. Risultato: a casa prima degli altri. Voto 4,5.
    13° Yoann Gourcuff (Francia) - Sembra il giocatore del Milan, non quello spavaldo del Bordeaux. Si salva nella seconda gara perchè non gioca: in questo caso è uno dei pochi francesi che può ringraziare Domenech... Ma alla terza gara, si fa cacciare dopo mezz’ora. Voto 4,5.
    14° Cristiano Ronaldo (Portogallo) - Mostra troppo poco del suo talento e fa una figuraccia in mondovisione. Voto 5.
    15° Nicolas Otamendi (Argentina) - Lo vuole mezza Europa. Mah. Voto 5.
    16° Diego Milito (Argentina) - Ha l’occasione per farsi vedere e per accorciare le distanze da Higuain, il titolare. Ma contro la Grecia non combina niente. Poi Maradona lo toglie sull’1-0, quando si aprono gli spazi sfruttati dal suo sostituto Palermo. Voto 5,5.
    17° Wayne Rooney (Inghilterra) - La leggera ripresa nella seconda gara non trova conferme contro l’Algeria e nemmeno negli ottavi con la Germania. Colpa di una condizione non ottimale, ma può dimenticarsi il Pallone d’Oro. Voto 5.
    18° Javier Mascherano (Argentina) - La logica delle convocazioni di Maradona era: “Porto con me i miei fedeli”. Quindi, fuori Cambiasso. Al momento decisivo, si è vista la differenza di gioco e di personalità fra Cambiasso e Mascherano. Se davvero va all’Inter, non può fare che la riserva del pelato. Voto 5,5.
    19° Lucio (Brasile) - Comincia in modo opposto a come ha finito la stagione con l’Inter. Si fa saltare dal piccolo coreano nell’azione del gol. Recupero contro Drogba, già battuto in Champions League. Eccellente contro il Portogallo, passabile con il Cile, di nuovo insicuro contro Van Persie. Insomma, non è il Lucio dell’Inter. Voto 5,5.

    GLI "ITALIANI"
    1° Wesley Sneijder (Olanda/Inter) - Nelle prime due gare, pur non giocando al suo livello, mette insieme tre guizzi decisivi: la traversa, il lancio da cui nasce l’azione del 2-0 contro la Danimarca e il gol contro il Giappone. Sale come rendimento contro il Camerun e segna ancora contro la Slovacchia, poi esplode ai quarti contro il Brasile. Voto 8.
    2° Fernando Muslera (Uruguay/Lazio) - È l’eroe di Tabarez. Ottimo avvìo. Poco impegnato nella seconda gara col Sudafrica, non impeccabile sul gol della Corea e poi il capolavoro dei rigori contro il Ghana. Voto 7,5.
    3° Dejan Stankovic (Serbia/Inter) - Nella prima gara dà un senso di gioco a una squadra che non ha intenzione di giocare, nella seconda è fra i migliori, così come nella terza, quando tiene insieme la Serbia finchè ha forza per farlo. Voto 7.
    4° Samuel Eto’o (Camerun/Inter) - Perde il debutto senza entusiasmare. Gioca fuori ruolo (come nell’Inter...) e si arrabbia. Lo dice al ct Le Guen che nella seconda gara lo riporta al centro dell’attacco. Samuel segna e dimostra di aver ragione. Purtroppo il suo Mondiale finisce alla seconda giornata. Ma contro l’Olanda del suo compagno Sneijder segna di nuovo. Voto 7.
    5° Kwadwo Asamoah (Ghana/Udinese) - Grande esordio contro la Serbia. Palla al piede è strepitoso. Su buon livello anche nella seconda partita contro l’Australia, cala nettamente nella terza e ritorna ad alti livelli contro i coreani. Voto 7.
    6° Stephan Lichtsteiner (Svizzera/Lazio) - Gioca davanti a Iniesta ma non si fa intimorire. Ottima personalità. In calo contro il Cile, ma in netta ripresa contro l’Honduras. Voto 7.
    7° Reto Ziegler (Svizzera/Sampdoria) - Contro la Spagna, prima Silva, poi Navas: nessuno dei due lo impensierisce davvero. Resiste anche davanti alla furia dei cileni. Voto 6,5.
    8° Gokhan Inler (Svizzera/Udinese) - Si batte contro Xavi e ne riduce sensibilmente le qualità. Non male anche contro il Cile. Voto 6,5.
    9° Walter Samuel (Argentina/Inter) - Contro la Nigeria, mostra la solita sicurezza in mezzo alla difesa, nonostante la presenza al suo fianco del lento e macchinoso Demichelis. Nella seconda si fa male ed esce dopo 20 minuti. E’ un’assenza pesante: la coppia ideale è Burdisso-Samuel, con Demichelis in panchina. Voto 6,5.
    10° Juan (Brasile/Roma) - La prima mezz’ora col Cile è complicata per il Brasile. Ci pensa il romanista a risolvere ogni problema con un gol di testa. Ma non è solo quella prodezza, non è solo quella partita a portarlo per un momento fra i migliori di Sudafrica 2010. Anche se non ha grandi colpe, si fa coinvolgere nella sconfitta contro l’Olanda. Voto 6,5.
    11° Bojan Jokic (Slovenia/Chievo) - Inizia bene il suo Mondiale, con una partita molto accorta sul piano tattico. Nella seconda, davanti agli americani, gioca un ottimo primo tempo e resta su quel livello anche davanti all’Inghilterra. Voto 6,5.
    12° Mario Bolatti (Argentina/Fiorentina) - Prende il posto di Mascherano e cerca di non farlo rimpiangere giocando semplice. È sempre nella posizione giusta, forse dovrebbe osare di più con qualche lancio. Voto 6,5.
    13° Edinson Cavani (Uruguay/Palermo) - Nella prima partita sembra fuori dal gioco e incide poco. Va molto meglio contro il Messico e gioca da protagonista negli ottavi contro la Corea del Sud. Voto 6,5.
    14° Klas Jaan Huntelaar (Olanda/Milan) - Van Marwijk gli concede pochi minuti e lui li sfrutta segnando un gol decisivo contro il Camerun. Voto 6,5.
    15° Stephen Appiah (Ghana/Bologna) - Nel Bologna, per i postumi di un brutto infortunio, non si è quasi visto. Qui in Sudafrica gioca bene gli ultimi 15' contro la Serbia. E ancora meglio nei supplementari che portano il Ghana ai quarti di finale. Voto 6,5.
    16° Sulley Muntari (Ghana/Inter) - Dà il meglio all’ultima partita. Voto 6,5.
    17° Maicon (Brasile/Inter) - Un uomo chiamato ‘schema’. E’ una delle soluzioni d’attacco di Dunga: il gol contro la Corea, le prestazioni di rilievo, le scorribande contro il Cile, è il solito Maicon. Ma nemmneno lui riesce a salvare il Brasile dalla sconfitta. Voto 6.
    18° Alexis Sanchez (Cile/Udinese) - La partenza del suo Mondiale è strepitosa. Ma contro la Spagna e soprattutto contro il Brasile, quando servirebbe il suo colpo, non si fa vedere. Voto 6.
    19° Nicolas Burdisso (Argentina/Roma) - Entra al posto di Samuel contro la Corea e non lo fa rimpiangere. Titolare contro la Grecia, è più sicuro di Demichelis. Cosa che conferma anche nella gara contro il Messico. In difficoltà, contro l’attacco olandese. Voto 6.
    20° Marek Hamsik (Slovacchia) -Ha fatto un Mondiale con alti e bassi. L’alto, con l’Italia. Il basso (i bassi), con il Paraguay e l’Olanda negli ottavi. Voto 6.
    21° Edgar Alvarez (Honduras/Bari) - Non proprio un debutto esaltante, ma se la cava nonostante la sconfitta della sua nazionale. Voto 6.
    22° Mauricio Isla (Cile/Udinese) - È suo l’assist del gol che porta il Cile alla vittoria e al primo posto in classifica. Ottimo debutto per l’esterno friulano, ma cala nella seconda gara, bene davanti alla Spagna, e ancora un calo, netto, negli ottavi contro il Brasile. Voto 6.
    23° Simon Kjaer (Danimarca/Palermo) - Al debutto commette un paio di errori di troppo. Davanti a Sneijder e Van Persie, nella difesa danese è il meno sicuro. Ma nella seconda partita, fa un lancio alla...Antognoni, 70 metri in diagonale, da cui poi nasce il gol di Bendtner. Voto 6.
    24°Carl Valeri (Australia/Sassuolo) - Viene travolto, insieme alla sua squadra, dall’ondata di calcio dei tedeschi. In leggerissimo miglioramento contro il Ghana e ancora meglio contro la Serbia. Per un giocatore che arriva dalla serie B è stato un grande esame. Voto 6.
    25° Samir Handanovic (Slovenia/Udinese) - Esordio senza problemi. Un solo intervento impegnativo. Contro gli Usa, prende un gol sul suo palo senza riuscire a opporsi alla sventola di Donovan. Buon riscatto contro l’Inghilterra. Voto 6.
    26° Mark Bresciano (Australia/Palermo) - Gioca la prima da titolare contro il Ghana e non convince fino in fondo. Ma quando ha di nuovo la possibilità di partire titolare, fa bene contro la Serbia. Voto 6.
    27° Carlos Carmona (Cile/Reggina) - Gioca un buon Mondiale. Tiene insieme il Cile, con equilibrio, ma anche senza guizzi. Voto 6.
    28° Aleksandar Kolarov (Serbia/Lazio) - Supera due volte la linea di centrocampo. Il suo colpo migliore, il calcio di punizione dalla distanza, finisce lontano più di due metri. Voto 5,5.
    29° Lucio (Brasile/Inter) - Comincia in modo opposto a come ha finito la stagione con l’Inter. Si fa saltare dal piccolo coreano nell’azione del gol. Recupero contro Drogba, già battuto in Champions League. Eccellente contro il Portogallo, passabile con il Cile, di nuovo insicuro contro Van Persie. Voto 5,5.
    30° Diego Milito (Argentina/Inter) - Ha l’occasione per farsi vedere e per accorciare le distanze da Higuain, il titolare. Ma contro la Grecia non combina niente. Poi Maradona lo toglie sull’1-0, quando si aprono gli spazi sfruttati dal suo sostituto Palermo. Voto 5,5.
    31° Sokratis Papastathopoulos (Grecia/Genoa) - Quando lo ha visto giocare appiccicato alla maglietta (e alle caviglie...) di Messi, Gasperini si sarà messo le mani nei capelli. Come Gentile su Maradona, ma il livello è diverso...Voto 5,5.
    32° Oguchi Onyewu (Usa/Milan) - Dopo una stagione di solo riposo nel Milan a causa di un bruttissimo infortunio, debutta bene nel Mondiale facendo soffrire Rooney. Ma nel turno successivo, davanti ai rapidi sloveni, soffre molto. Anzi, troppo. Voto 5,5.
    33° Christian Poulsen (Danimarca/Juventus) - Gioca con personalità e intelligenza tattica contro l’Olanda, commette un errore imperdonabile contro il Camerun, regalando la palla del gol di Eto’o e sbaglia la gara decisiva contro il Giappone. Voto 5,5.
    34° Alexandros Tziolis (Grecia/Siena) - Crolla al primo colpo insieme alla Grecia. Nella seconda partita il miglioramento è evidente, ma chiude il Mondiale con la sconfitta contro l’Argentina. Voto 5,5.
    35° Per Krøldrup (Danimarca/Fiorentina) - Sbaglia l’ultima partita col Giappone. Voto 5,5.
    36° Julio Baptista (Brasile/Roma) - Contro il Portogallo prende il posto di Kakà ma non convince. Voto 5,5.
    37° Aleksandar Lukovic (Serbia/Udinese) - Espulso nel secondo tempo sullo 0-0. Il suo Mondiale comincia malissimo. Non convince nemmeno contro gli australiani. Voto 5.
    38° Julio Cesar (Brasile/Inter) - Un’uscita sbagliata contro la Corea, più sicuro davanti alla Costa d’Avorio, un buon intervento su Meireles contro la Spagna, un altro di grande prontezza su botta di Humberto Suazo contro il Cile. Ma l’errore contro l’Olanda non è proprio da lui. Voto 5.
    39° Abdelkader Ghezzal (Algeria/Siena) - Un disastro il suo esordio. Entra al 14' del secondo tempo, si fa ammonire due volte in un quarto d’ora e l’Algeria perde. Torna a metà ripresa contro gli Usa e va fuori dal Mondiale. Voto 4,5.
    40° Felipe Melo (Brasile) - Ha fatto un Mondiale assurdo. Sul fallo da espulsione su Robben dovrà riflettere anche la Juve. Voto 4.

    Alberto Polverosi

    Corriere Dello Sport
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    Più che un giocatore di calcio, contro il Ghana il giocatore dell'Uruguay Luis Suarez è sembrato un pallavolista. Sulla linea di porta ha eseguito un perfetto muro che potrebbe fare invidia a uno di quelli del nostro Gigi Mastrangelo, impedendo al pallone di entrare in porta e rimediando immancabilmente un rigore contro e un cartellino rosso.

    Il pericolo ora è scampato: Gyan ha stampato quel penalty sulla traversa e, alla lotteria dei tiri dal dischetto finale ha avuto la meglio la Celeste. Adesso che la semifinale è conquistata, c'è anche lo spazio per farsi una risata. "Sono un grande portiere - scherza il giocatore - non avevo altra scelta, e la 'mano di Dio' sono io ora ad averla".

    Titolo usurpato a Maradona? Forse, anche se altri prima di lui potrebbero reclamare a loro volta l'appellativo: pensando alle qualificazioni, è inevitabile ricordare Thierry Henry e la fase a 32 squadre scippata all'Irlanda di Trapattoni; potrebbe farlo anche Luis Fabiano per il numero da foca mostrato contro la Costa d'Avorio.

    "L'ho fatto perché i miei compagni vincessero ai calci di rigore - ci ride ancora su l'uruguayano - Quando ho visto che il tiro andava alto, è stata una grandissima gioia". Ad aggiungere un pizzico di gioia è la decisione della Fifa di squalificarlo per una sola giornata e non solo per due, come inizialmente ipotizzato per la forte antisportività del gesto.

    Eurosport
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    Il sogno mondiale si è chiuso amaramente per il Ghana che ha abbandonato la competizione con tantissimi rimpianti per avere buttato via un’occasione che difficilmente ricapiterà...

    LA STAMPA AFRICANA – "L'Uruguay mette fine al sogno delle Stelle Nere", scrive il "Daily Graphic", che ricorda come Kingson e compagni abbiano "toccato la qualificazione", ma il penalty di Gyan si è infranto sulla traversa. Il "Ghanaian Times" si rammarica per quella che definisce "un'uscita dolorosa" dai Mondiali. "Non bisogna puntare il dito contro nessuno - afferma -. I nostri ragazzi hanno lottato e sono usciti con onore". In Sudafrica, il giornale di Città del Capo "Week-End Argus" si sofferma sull'agonia dell'Africa", sotto una foto dell'attaccante uruguaiano Luis Suarez, che ha fermato con la mano sulla linea di porta il colpo di testa di Adiyiah, e che viene definito "truffatore". Evocando il "cuore spezzato di un intero continente", "The Citizen" sottolinea che "tutto poteva essere completamente diverso se il rigore di Gyan fosse entrato". "Il sogno africano è ormai finito", chiosa "The Star".

    ASAMOAH GYAN - "Sono forte, mi riprenderò". L’attaccante ghanese prova a rialzarsi dopo la terribile delusione mondiale. Il 24enne di Accra ha fallito un rigore fondamentale al 120' della sfida con l'Uruguay. Ha colpito la traversa sprecando il match point e ha perso la chance di portare la sua Nazionale nella semifinale della Coppa del Mondo. Ai rigori, Gyan si è riscattato facendo centro dal dischetto: il Ghana, però, è stato eliminato. "Fa parte del gioco", dice Gyan, che alla fine del match si è lasciato andare ad un pianto dirotto. L'ultima azione dei tempi supplementari è scolpita nella sua mente. "Suarez ha fermato il pallone con la mano, ha evitato il gol. Il pallone stava entrando... E io ho sbagliato il rigore. Lui adesso è un eroe per il suo paese, fa parte del gioco", ripete. Prima del pesantissimo errore, Gyan aveva fatto centro dal dischetto nei match contro Australia e Stati Uniti.

    L’INCONTRO CON MANDELA – Dulcis in fundo, per il Ghana è arrivata una splendida consolazione. L'ex presidente del Sudafrica, Nelson Mandela, ha ricevuto nella sua abitazione di Johannesburg Mensah e compagni. Lo ha reso noto la Fondazione che porta il nome del Premio Nobel per la Pace 1993. I giocatori ghanesi "hanno rappresentato bene il continente - prosegue il comunicato - anche se non si sono qualificati per la semifinale, possono rientrare a casa a testa alta".
    Eurosport
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    L’obbligo per un cronista è quello di dimenticare la propria fede calcistica, per meglio calarsi nei panni di uomo di sport, imparziale e giusto. Non che sia facile, o almeno non sempre.

    Il “Pippo mio” di Carlo Pellegatti dopo la doppietta segnata da Inzaghi nella finale di Champions League del 2007 è ancora adesso una delle più cliccate sui motori di ricerca. Oppure l’ormai storico “Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!” urlato da Nando Martellini dopo il triplice fischio nella finale del 1982, come dimenticarlo? Di certo non ci è riuscito Gennaro Gattuso che, dopo la mitica notte di Berlino, ha chiesto a tutti i giornalisti presenti in Germania di ripetere il trittico di Martellini e, onestamente, in molto speravamo di poter risentire questa richiesta l’11 luglio. Invece...

    Invece i fatti si sono svolti in maniera differente e ora a lottare per un posto sul tetto del Mondo sono Germania, Olanda, Uruguay e Spagna. E anche qualche commentatore iberico si è improvvisamente riscoperto tifoso. Certo, definire José Antonio Camacho Alfaro un cronista, sarebbe impreciso. Impossibile dimenticarne le gesta in campo; lui era e resterà sempre un calciatore e come tale, anche se bloccato sugli spalti, col cuore e la testa è in campo con i suoi calciatori, permettendosi esultanze di ogni genere.

    E’ il caso del video che vi presentiamo: si riferisce alla partita tra Spagna e Paraguay, vinta dalle Furie Rosse all'82' grazie al gol segnato da David Villa. E al momento della rete che regala alla Roja una storica semifinale, Camacho si scoglie in un "Gooooooooooooollllll" liberatorio. Ah, l'invidia...

    Eurosport
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    Che dire, tutti attendevano con ansia la "Summer of LeBron", l'estate in cui tutto nel basket Nba sarebbe cambiato radicalmente. E invece... E invece per il momento ci si trova con poche, pochissime novità e tanti, forse troppi rinnovi.

    L'ultimo è quello di Joe Johnson, uno che a fine giugno in tanti davano per sicuro partente. Difficile trovare una ragione "di campo" alla scelta della guardia tiratrice, dato che Atlanta adesso si trova ad avere 10 giocatori sotto contratto anche per la prossima stagione e un salary-cap particolarmente oneroso, quello che ha convinto Johnson ha radici antichissime e ha un nome ben definito: il Dio Soldo....

    ...119 milioni di dollari! Tanto varranno infatti le prestazioni di Joh Johnson per i prossimi sei anni. Gli Hawks hanno quindi deciso di investire sul loro uomo simbolo e di ripartire dalla loro stella più luminosa investendo il massimo consentito dalle regole della Nba, vale a dire più o meno 27 milioni di dollari in più rispetto ai soldi che qualsiasi altra squadra avrebbe potuto offrire.

    Il rinnovo di Joe Johnson è una mossa che scombussola i piani di tante altre franchigie, New York e Chicago su tutte, che proprio a lui volevano arrivare per fare in modo che Knicks e Bulls avessero più appeal in ottica di una potenziale trattativa con i big di questo mercato, LeBron James, Dwayne Wade e Chris Bosh. Con il rinnovo di Johnson tutto si complica...
    Andrea Tabacco / Eurosport
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    Jorge Lorenzo - 9: semplicemente impeccabile. Forse non la sua migliore gara ma ancora una volta vince in solitaria dimostrando di essere nettamente il più forte. Chi prova a stargli dietro, va lungo o direttamente fuori. Il Mondiale può perderlo solo lui

    Randy de Puniet - 8,5: in gara conferma che il terzo posto in qualifica non era stata una semplice casualità. Si concede anche il lusso di far respirare un po’ di polvere a Stoner e alla fine porta a casa uno strameritato quarto posto. Applausi per questo francese che non molla veramente mai

    Daniel Pedrosa – 7,5: bella la rimonta dopo il disastro iniziale (da bollino rosso) così come la calma e la grinta con cui tiene dietro Stoner negli ultimi giri. Fa paura quando in un giro e mezzo recupera cinque posizioni e sembra poter spaccare in due l’asfalto: già, sembra, perché in realtà non riesce a riprendere Lorenzo. E se non ci prova lui, l’unico forse ancora in corsa per il Mondiale, chi dobbiamo aspettare?

    Alvaro Bautista – 7,5: gioca in casa e va a tutta birra. Gara brillante, sicuramente la migliore in MotoGp. Sfrutta al meglio la gara casalinga e nel finale resiste all’estremo tentativo di rimonta di Spies

    Ben Spies - 7: questo ragazzo ha veramente tanto talento, e lo dimostra anche sull’infuocato asfalto di Montmelò

    Casey Stoner - 6,5: obiettivamente ci si aspettava di più da lui, ma questo sembra ormai diventato il costante ritornello della sua deludente stagione. Il podio gli regala la sufficienza

    Andrea Dovizioso - 6: il cuore spinge per un voto alto, perché Andrea ci fa esaltare nella prima parte di gara quando riesce addirittura a passare Lorenzo dimostrando di potersela tranquillamente giocare col leader del mondiale. Una gara perfetta fino a dieci giri dalla fine quando chiede troppo a se stesso e commette quel maledetto errore che gli abbassa sensibilmente il voto. Spesso gli si chiedeva di mettere da parte lo spirito da 'ragionere' e di dare gas con cuore e irrazionalità: questa volta ci ha provato, è andata male. Pazienza, andrà meglio la prossima volta: ne siamo certi...

    Marco Melandri - 6: non al meglio è sicuramente quello che paga più di tutti l’infuocata giornata spagnola. Stremato non riesce a resistere al fulminante ritorno di Hayden. Impossibile, però, chiedergli di più di così...

    Marco Simoncelli - 5,5: anche lui come Dovizioso corre alla grandissima, confermando i grandi progressi degli ultimi mesi. Non è un’esagerazione pensare che se la sarebbe potuta giocare anche per il quarto posto, peccato che pecchi di generosità oltrepassando di molto il suo limite. Un piccolo errore che gli costa l'insufficienza. La strada intrapresa, però, sembra veramente quella giusta..

    Nicky Hayden - 5: conferma la flessione accusata ad Assen. Non riesce più a ripetere le belle gare di inizio stagione: colpa sua o della Desmosedici?

    Loris Capirossi – 5: galleggia nel gruppone centrale ma non riesce mai a graffiare: la Suzuki sicuramente non lo aiuta. Leone in gabbia

    Alessandro Brunetti / Eurosport
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    Non è stata una gran domenica di formula uno. Inutile nascondersi e inutile provare a cercare vie di fuga o giustificazioni. Una serie di errori hanno trasformato una bella gara (almeno in avvio) in un tragicomico evento al limite del surreale. Il Circus ha mostrato il suo lato peggiore. Buchi di regolamento grossi come crateri lunari, manovre al limite del regolamento, ritardi e penalizzazioni a dir poco curiose. E si sa, quando la regola buca i furbetti si esaltano (e magari vincono). E' così nella formula uno come nella vita di tutti i giorni. Questi i fatti ma dal surreale valenziano conviene correggere, ripartire e farlo subito. Non mi sento e penso sia totalmente inutile condannare l'intero Circus. La crescita di questa Formula Uno passa anche attraverso gli errori di Valencia.

    Ma di furbi e fregati si è parlato anche troppo. L'immagine che più rimarrà impressa di questo weekend spagnolo è lo spaventoso volo di Mark Webber (foto AP/LaPresse). Le brutte figure dei commissari hanno forse distolto eccessivamente l'attenzione dal caso Webber. La Red Bull dell'australiano in piena accelerazione tocca una monoposto e prende letteralmente il volo. E non posso che rivedere le immagini della camera car, l'asfalto, l'alettone, il cielo e il silenzio. Quindi lo schianto a oltre duecento chilometri orari. E se le regole a Valencia hanno steccato, la sicurezza fortunatamente no. La cellula di sicurezza della Red Bull ha protetto Mark Webber in ogni momento del tremendo schianto. L'australiano si è rialzato, ha gettato il volante a terra ed è corso ai box. Ha potuto quindi sentire la paura, la delusione e la rabbia. Tutto è filato liscio a dimostrazione dei grandi passi avanti della sicurezza in formula uno come in Gp2 (incidente simile in mattinata). Siamo sulla strada giusta e Valencia è stata la conferma.

    La sicurezza. Un capitolo sempre aperto nel mondo dei motori. E nella corsa allo sviluppo, nella ricerca della velocità e nei modi per raggiungerla penso ci si debba fermare un attimo e riflettere. Proprio dalle immagini di Mark Webber. La Red Bull ha esaltato la perfezione della sicurezza in formula uno. Unica nota positiva della domenica. Ma ho come la sensazione che si stia giocando un po' troppo con il rischio. Abbiamo visto tutti le immagini dei "progressi" della stagione in corso, e mi riferisco all'ormai celebre F-Duct. Piloti costretti a staccare e ripeto staccare la mano dal volante per tappare buchi e permettere all'alettone posteriore di andare in stallo per guadagnare qualcosina in rettilineo. Sono situazioni che a me personalmente non piacciono. Staccare la mano dal volante a oltre 300 Km/h. E se non è la mano è la gamba. Chi si ricorda le immagini di Fernando Alonso zoppicante a fine gara? Per guadagnare cosa? Quanto? E soprattutto a quale costo? Forse nessuno si è ancora reso conto della pericolosità di questi sviluppi. O meglio, di alcuni di questi sviluppi. Non è una condanna al F-Duct la mia, ma una condanna e soprattutto una preoccupazione sui modi per arrivare ai vantaggi di questa genialata del momento. Solo qualche commentatore o qualche giornalista di carta stampata qua e là hanno messo in evidenza questo fatto ma fino a quando non succederà niente nella pratica resteremo tutti a guardare. Come sempre.

    Il volo di Mark Webber, anche se poco (forse) ha a che vedere con questi sviluppi, deve far riflettere. Perchè si corre il rischio di superare, ancora una volta, i limiti. Di correre più veloci del possibile. Il pilota deve continuare a fare il pilota. La sicurezza c'è, non sfidiamola.
    Andrea Prete / Eurosport
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    Non è un bel momento per la Mercedes di Michael Schumacher. Risultati ben al di sotto delle aspettative e prime crepe interne al team con un Nico Rosberg decisamente deluso dalle decisioni della scuderia, su tutte la possibilità seria di mettere da parte la stagione in corso per investire sulla prossima corsa iridata. Con o senza Rosberg?

    Silverstone arriva quindi nel momento decisivo per mister Ross Brawn e i suoi piloti. Valencia da dimenticare ed equilibrio interno da ristabilire. Con McLaren e Red Bull irraggiungibili la Mercedes non può che puntare a tenere lontani gli attacchi della Renault e magari, con qualche colpo di scena, avvicinare la Ferrari.

    Schumacher: “Continuare a lavorare”. Non è contento il Kaiser dei risultati valenciani di una Mercedes che continua ad avere problemi, soprattutto in velocità: “Siamo stati meno competitivi a Valencia e visto l’andamento è difficile fare una previsione per Silverstone. Il passo di gara è stato buono ma la nostra velocità in qualificazione non è ancora ottimale. E poi continuano i problemi con le gomme”.

    Rosberg: “Silverstone è incredibile”. Non è contento Nico e lo ha chiaramente fatto sapere a team e tifosi. Così non va e lo stop allo sviluppo sarebbe un colpo tremendo, anche se (magari) ragionevole. Ma a una settimana dal Gp di Silverstone il pensiero di Rosberg è tutto e solo per la gara: “Silverstone è un tracciato fantastico che ogni pilota vorrebbe affrontare. Un circuito veloce e sarà interessante vedere i cambiamenti. L’atmosfera è esaltante e per noi sarà ancora più importante perchè molte delle nostre fabbriche sono proprio lungo la strada per arrivare al circuito. Speriamo di regalare soddisfazioni ai lavoratori e a tutti i nostri tifosi. È stata molto dura nelle ultime gare ma stiamo lavorando duro per migliorare e ce la faremo”.

    Il futuro della Mercedes passa da Silverstone. Fare risultato per Schumi e Nico Rosberg è fondamentale...
    Andrea Prete / Eurosport
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    Doveva essere il Mondiale di Messi e quello di Maradona. Il passaggio del testimone sarebbe dovuto avvenire proprio durante la rassegna planetaria ma non è andata così. Hanno fallito entrambi. Diego si era affidato (forse troppo) alle grandi capacità del proprio gioiello che probabilmente ha patito le pesanti responsabilità accumulate. L’ex Pibe de Oro non aveva molto credito da parte della stampa per come aveva guidato la nazionale fino all’appuntamento sudafricano. Qualificazione raggiunta in extremis, poche idee e confuse sullo schieramento tattico della squadra. Un Maradona ha approcciato alla conferenza stampa del dopo partita in lacrime. Una momento di grande tristezza per lui che credeva pienamente nell’impresa.

    L’ANALISI DEL MATCH – "Loro sono riusciti a metterla in porta e noi no. La squadra ha giocato bene ma non ha avuto la freddezza di segnare, tutto qui. E' stata una partita molto studiata da parte loro. Dopo il primo gol è cambiato tutto. E' iniziata un’altra partita e noi li abbiamo aiutati molto con i nostri errori. Essendo in vantaggio hanno avuto delle idee, cosa che prima, in questo campionato del mondo, non era mai accaduto. Questo non mi toglie la voglia di andare avanti".

    RINGRAZIAMENTI – "Voglio ringraziare pubblicamente tutta la mia squadra e chi ci è stato accanto. Il sogno si è infranto. Io posso anche andarmene domani ma spero che questi ragazzi continuino a far vedere cosa sono capaci di fare, ovvero a giocare a calcio come sanno fare senza cadere nel gioco violento. Voglio sfatare anche la leggenda dei giocatori argentini che, secondo alcuni non si impegnano come nelle squadre di club. Alcuni di loro sono venuti qui per la gloria".

    DIMISSIONI – "Devo pensarci su. Io deve parlare con chi di dovere e con la mia famiglia oltre che con i giocatori. Senza dubbio mi rendo conto che il calcio che piace alla gente è quello di attaccare, cercare sempre il gol senza mai cercare di difendersi e basta".

    MESSI – "Ha fatto un grande mondiale e anche se non ha segnato è stato un bravissimo. Dispiace vederlo piangere e chi dice che Lionel non sia attaccato alla maglia argentina, è uno stupido".

    Diego è tranquillo o meglio, rassegnato ma si lascia andare ad un momento di rabbia quando un giornalista improvvisa una domanda provocatoria e, aggiungo, fuori luogo del tipo: 'Qualcuno è contento in Argentina? "Mi stai prendendo in giro? – risponde il tecnico - Non farmi arrabbiare. Penso che nessuno possa essere felice. Un paese in cui si respira calcio non può gioire per una partita del genere". Uscendo dal terreno di gioco Diego aveva inoltre avuto un alterco con un tifoso, reo, sembra di avergli urlato farabutto. L’Argentina esce dal Mondiale, la colpa sicuramente è anche dell’allenatore ma dobbiamo anche ricordare che questa Germania è una delle più belle mai viste.

    Alessandro LETTIERI / Eurosport
386 replies since 17/12/2007
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