| Tornano intercettazioni compromettenti sul calcio italiano. Questa volta sono esponenti dell’Inter a essere coinvolti in una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire. Lo confermano fonti vicine agli inquirenti. Si tratta di intercettazioni seguite dai carabinieri di Trento che riguarderebbero anche scommesse effettuate da giocatori nerazzurri sulla vittoria dello scudetto 2006/2007 (poi conquistato dall’Inter). In particolare, gli inquirenti stanno cercando di chiarire i contenuti di conversazioni che per le parole utilizzate lasciano pensare alla volontà di nascondere i reali significati delle affermazioni intercettate.
Tutto gira intorno al nome del procuratore sportivo Donato Brescia, indagato per traffico di droga. Gli esponenti dell’Inter intercettati sono Sinisa Mihajlovic, l'allenatore Roberto Mancini e il capitano Xavier Zanetti, il difensore Marco Materazzi, ma anche un dipendente nerazzurro, Rocco Di Stasi, dell’ex calciatore Alessandro Altobelli, del direttore del centro coordinamento dei tifosi dell'Inter, Fausto Sala, e dell'allenatore in seconda e assistente tecnico, Fausto Salsano. Al momento, comunque, nessuno risulta indagato.
«Con Domenico Brescia avevamo rapporti di natura solo commerciale - dice Fausto Sala, responsabile del Centro Coordinamento Inter Club -: era il sarto delle emergenze, visto che il suo negozio di Rovello Porro è molto vicino alla Pinetina e quindi ci rivolgevamo a lui per qualsiasi problema riguardante le divise dei giocatori». «Conosco questo ragazzo dal 1977, da quando sono arrivato all’Inter - ha detto l'ex attaccante Alessandro Altobelli -. Lo conosciamo tutti. Ho avuto dei rapporti con lui, però ognuno nella vita fa le sue scelte». «Per me Domenico Brescia è una bravissima persona - ha aggiunto Altobelli - ha un negozio di abbigliamento e vado da lui a prendere scarpe e vestiti. Questo è un fulmine a ciel sereno».
«Parlo tutti i giorni con i giocatori dell'Inter, ma non ho mai avuto rapporti di carattere illecito con loro», si è difeso Brescia. Le sue parole sono state riferite dal suo avvocato Marisa Guassardo, la quale aggiunge di non essere a conoscenza di nessuna indagine attuale che riguardi il suo assistito. Brescia ha un lungo curriculum criminale: «Ora - spiega il suo legale - sta scontando in semilibertà una condanna a 4 anni per concorso colposo in un omicidio avvenuto nel 1989; ogni sera, torna in carcere a Como. Gli manca solo un mese da scontare». In passato, inoltre, il sarto era stato condannato per ricettazione e per rapina. Quanto ai suoi rapporti con l'Inter, l'avvocato Guassardo sottolinea che «da trent'anni Brescia è un frequentatore di giocatori nerazzurri e amico di taluni, tanto che quotidianamente si reca alla Pinetina. È un tifoso della squadra ed è, nella sua veste di negoziante di abbigliamento, rifornitore personale di alcuni di loro, tra i quali Mancini».
«Valuterò se aprire un fascicolo per fuga di notizie», ha detto infine il pm di Milano, Marcello Musso, che coordina l’indagine del Ros dei Carabinieri. Tra le altre conversazioni ci sarebbero chiamate tra Mancini e Brescia in cui si parla di un socio del sarto, Daniele Bizzozzero, latitante a Montecarlo e poi arrestato a Parigi: «Glielo avevo detto di stare lì ad aspettare l'indulto...», questa la frase attribuita all'allenatore dell'Inter nella conversazione con Brescia. Si tratta di conversazioni contenute in un'informativa del Ros, trasmessa nei giorni scorsi al pm della Dda Marcello Musso, e non ancora depositata alle parti. |
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